“Non avrei mai scritto e recitato “Mistero Buffo” senza la lezione del Ruzzante. Io l’ho saccheggiato”
Dario Fo
Angelo Beolco (1496-1542), conosciuto come Il Ruzzante, così chiamato dal nome di un suo personaggio, è il più grande autore di teatro che l’Europa abbia avuto nel Rinascimento prima ancora dell’avvento di Shakespeare.
Commediografo, attore, capocomico, ha anticipato maschere ed intrecci tipici della commedia dell’Arte ed ha saputo fondere il tragico e il comico in maniera tale che l’Ariosto, suo contemporaneo, lo definì "meraviglioso".
Uomo estremamente colto, Ruzzante si opponeva ai ruoli convenzionali sia nella società che nella letteratura, prendendosi gioco dei saccenti e degli accademici. Le sue opere furono censurate per tre secoli in seguito alla Controriforma; riscoperte dai Francesi, tornarono sulle scene italiane soltanto nel secolo scorso.
Le commedie del Ruzzante si rifanno ai ‘mariazi’ tradizionali e alle farse oscene di derivazione boccaccesca: nel linguaggio fortemente realistico del dialetto pavano, sono rappresentati i temi di sempre, come le fatiche del lavoro ma anche i piaceri della vita, il contrasto fra città e campagna, l’ingiustizia sociale … Il contadino Ruzzante ci mostra, pur nello scherzo e nell’ironia, le tensioni che colpiscono gli strati sociali più umili, la violenza dell’agire umano e l’ assurdità del ‘roerso mondo’ – il mondo alla rovescia –.
Mario Pirovano mette in scena, sotto forma di monologhi, quattro pezzi del Ruzzante ricostruiti da Dario Fo in un linguaggio che ne permette la facile comprensione al pubblico di oggi, pur mantenendo la traccia del dialetto originario.
“Mario Pirovano è un autodidatta di grandi qualità espressive. Per anni è stato ad ascoltare le mie esibizioni, ha seguito le lezioni e le dimostrazioni che davo ai giovani attori. Alla fine ha assimilato come un’ idrovora tutti i trucchi e la “sapienza” del mestiere al punto da poter arrivare ad esibirsi da solo con grande successo.”
Dario Fo